M
Testo

 

MARCOROSSI
artecontemporanea

 

Medhat Shafik – Sahara

Milano, 22 febbraio – 12 aprile 2024

Medhat Shafik

Sahara

22 febbraio – 12 aprile 2024

Milano

Corso Venezia 29, 20121 Milano, MI

Martedì-Venerdì, 11:00-13:00 / 15:00-19:00

Sabato 11:00-19:00

Per informazioni sulla mostra contattare:

+39 347 285 9608

email

Inaugurazione, giovedì 22 febbraio 2024, ore 18:00

 

MARCOROSSI artecontemporanea è lieta di presentare a Milano, e in contemporanea a Torino e a Verona, la nuova mostra di Medhat Shafik dal titolo Sahara. L’artista, di origine egiziana, torna ad esporre in galleria dopo alcuni anni; le nuove opere sono centrate sull’immagine del deserto inteso come allegoria del mondo globalizzato e della fragilità dell’uomo moderno, sempre più distante dalle sue radici e dalla memoria. Come i ricercatori e gli archeologi, che continuano a scavare le sabbie del Sahara per portare alla luce nuovi resti della civiltà egizia e di altre civiltà perdute del deserto africano, anche l’uomo globalizzato dovrà metaforicamente dissodare la polvere che ricopre le fondamenta della sua civiltà e affrontare le sfide del contemporaneo. 

La mostra include oltre cinquanta opere tra tele, carte intelate e tre grandi pannelli scultorei su carta cotone realizzata a mano, che enfatizzano la complessa stratificazione delle civiltà e il colore come elemento fondamentale della vita. La pratica artistica di Shafik continua ad oscillare tra espressione intensa e riflessione spirituale. Nelle nuove opere l’artista controbilancia aspetti di forte matrice materico-espressiva, con influenze orientali, a una dimensione più meditativa, dove lo spazio dell’opera si dilata e tende alla rarefazione.  Medhat Shafik è cittadino del mondo, un nomade culturale che ha soddisfatto nel viaggio – reale e metaforico – il proprio desiderio di conoscenza e di scoperta dell’altro e dell’altrove, senza negare i valori e la forza delle proprie radici, della propria terra d’origine, l’Egitto. La mostra “Sahara” rende omaggio al più vasto deserto della terra, uno spazio fisicamente e visivamente travolgente, capace di sopraffare l’uomo e di spingerlo oltre, verso il sacro e il metafisico.

«Il titolo “Sahara” – afferma Medhat Shafik – intende rappresentare tutti i deserti del mondo e il deserto diventa una metafora, un contenitore di storie e significati, come spesso accade nei miei lavori. Nel deserto, infatti, tutto è azzerato e l’uomo si ritrova con la propria fragilità, si affaccia da solo all’abisso del mondo, come nel famoso quadro di Caspar David Friedrich, divenuto il manifesto del romanticismo».

Per maggiori informazioni sulla mostra