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MARCOROSSI
artecontemporanea

 

Medhat Shafik – Sahara

Verona, 17 febbraio – 12 aprile 2024

Medhat Shafik

Sahara

17 febbraio – 12 aprile 2024

Verona

Via Giuseppe Garibaldi, 18/A, 37121 Verona, VR

Martedì – Sabato
10:00-12:30 / 15:00-19:00
Domenica su appuntamento

Per informazioni sulla mostra contattare:

+39 045 597753

email

MARCOROSSI artecontemporanea è lieta di presentare a Verona, e in contemporanea a Torino e a Milano, la nuova mostra di Medhat Shafik dal titolo “Sahara”. L’artista, di origine egiziana, torna ad esporre in galleria dopo alcuni anni; le nuove opere sono centrate sull’immagine del deserto inteso come allegoria del mondo globalizzato e della fragilità dell’uomo moderno, sempre più distante dalle sue radici e dalla memoria. Come i ricercatori e gli archeologi, che continuano a scavare le sabbie del Sahara per portare alla luce nuovi resti della civiltà egizia e di altre civiltà perdute del deserto africano, anche l’uomo globalizzato dovrà metaforicamente dissodare la polvere che ricopre le fondamenta della sua civiltà e affrontare le sfide del contemporaneo. 

La mostra include oltre cinquanta opere tra tele, carte intelate e tre grandi pannelli scultorei su carta cotone realizzata a mano, che enfatizzano la complessa stratificazione delle civiltà e il colore come elemento fondamentale della vita. La pratica artistica di Shafik continua ad oscillare tra espressione intensa e riflessione spirituale. Nelle nuove opere l’artista controbilancia aspetti di forte matrice materico-espressiva, con influenze orientali, a una dimensione più meditativa, dove lo spazio dell’opera si dilata e tende alla rarefazione.  Medhat Shafik è cittadino del mondo, un nomade culturale che ha soddisfatto nel viaggio – reale e metaforico – il proprio desiderio di conoscenza e di scoperta dell’altro e dell’altrove, senza negare i valori e la forza delle proprie radici, della propria terra d’origine, l’Egitto. La mostra “Sahara” rende omaggio al più vasto deserto della terra, uno spazio fisicamente e visivamente travolgente, capace di sopraffare l’uomo e di spingerlo oltre, verso il sacro e il metafisico.

«Il titolo “Sahara” – afferma Medhat Shafik – intende rappresentare tutti i deserti del mondo e il deserto diventa una metafora, un contenitore di storie e significati, come spesso accade nei miei lavori. Nel deserto, infatti, tutto è azzerato e l’uomo si ritrova con la propria fragilità, si affaccia da solo all’abisso del mondo, come nel famoso quadro di Caspar David Friedrich, divenuto il manifesto del romanticismo».

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